La Gola del Bletterbach tra Aldein e Radein, profonda circa 400 metri e lunga 8 chilometri, si è formata durante l’ultima era glaciale circa 18.000 anni fa ed è come una grande sezione trasversale dei vari strati di roccia che si sono formati milioni di anni fa.
Strato per strato, come una pila di assi, la storia della terra che si è trasformata in pietra giace quasi indisturbata e racconta della graduale inondazione dell’ex continente primordiale Pangea da parte del Mare della Tetide, delle fluttuazioni climatiche, del mondo vegetale e delle impronte dei rettili e degli anfibi che vivevano in quel periodo.
È il Bletterbach stesso che ci invita a questo viaggio nel tempo e nella roccia, dalla Formazione Contrin superiore agli strati Werfen, passando per la Formazione Bellerophon e attraverso l’arenaria della Val Gardena fino al porfido di quarzo in fondo alla Gola del Bletterbach. Musicalmente, nell’immaginazione di Hechensteiner, inizia come un piccolo e sottile ruscello che si fa strada nelle profondità, strato dopo strato, cambiando continuamente, a volte incontrando materiale morbido e poi di nuovo duro. Nel corso del tempo, il fiume acquista forza e dinamismo, per poi lasciare che la sua energia scorra di nuovo in modo lento e fiacco, unendosi alla roccia, lavorandola e modellando gradualmente questo paesaggio unico.
Per celebrare il 10° anniversario delle Dolomiti Patrimonio dell’Umanità UNESCO, il musicista e compositore altoatesino Rupert Hechensteiner è stato incaricato di creare il brano “Bletterbach Canyon”. In modo impressionante, il compositore ci accompagna in un tour attraverso il canyon mozzafiato e descrive le rocce sedimentarie multistrato con depositi fossili in tutte le loro sfumature di colore uniche. Così come ogni strato di roccia ha le sue caratteristiche, anche le idee musicali corrispondenti differiscono. Il motivo del torrente Bletterbach rimane riconoscibile – anche se in forma diversa – e corre come un filo conduttore attraverso questo viaggio nel tempo e nella roccia.
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